Potrà sembrar ambiguo, ma individuare qual è il miglior olio per friggere potrà agevolare e migliorare il gusto dei piatti in cucina. In questa guida vedremo quelli suggeriti e selezionati appositamente da Altroconsumo, in base alla cottura di determinati alimenti.
Sul mercato esistono tante tipologie d’olio, da quello extravergine a quello solo di oliva, da quello di sansa a quello vergine, ma quali sono i criteri da adottare per individuare il migliore?
- Per la frittura l’olio d’oliva: la scelta ricade su quest’ultimo, in quanto in fase di frittura il calore potrebbe compromettere la stabilità di questo liquido organico, che sottoposto ad elevate temperature potrebbe ossidarsi e dar vita a delle sostanze nocive.
- Olio extravergine di oliva: anche noto come EVO, ideale per soffriggere la cipolla o per i condimenti, in quanto ha dei benefici ben superiori rispetto agli altri oli. Riduce i livelli di colesterolo, previene possibili malattie cardiovascolari, protegge il fegato e aiuta la digestione.
- Olio di mais, soia e semi di girasole: tutti indicati per condire a crudo, poiché sono ricchi sia di vitamina E che di acidi linoleici. Inoltre, non sono resistenti al calore e quindi non andrebbero bene per nessun altro impiego.
Una eccezione rispetto a quello che abbiamo appena spiegato, è inerente all’olio di arachide da poter utilizzare anche per cucinare. La sua composizione fa sì che questo liquido sia resistente al calore, poiché è costituito dal 50% di acido oleico monoinsaturo e il 25% di acidi grassi saturi e acido linoleico polinsaturo.
Mentre per la frittura è da sconsigliare l’uso dell’olio di palma. Esso, pur avendo molti grassi saturati, dev’essere consumato con moderazione. Un errore che spesso si commette è quello di riutilizzare troppe volte l’olio, non tenendo in considerazione la sua forte degradabilità.
I più attenti potrebbero leggere le etichette degli oli osservando l’apporto calorico e la conservazione di ciascuno di essi. Questo potrà determinare ancor di più, quale olio scegliere.